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l'isola di Giannutri
Giannutri è l'isola più meridionale dell'Arcipelago Toscano e si trova a circa 8 miglia a sud-est dell'Isola del Giglio, del cui comune fa parte, e a circa 6 miglia a sud dell'Argentario.
Lunga circa 3 chilometri e larga poco più di 500 metri, per una superficie di 2,6 km2, è a forma di C, la costa si presenta frastagliata e rocciosa, interrotta da suggestive calette e numerose grotte. Sull'isola sono presenti due approdi: Cala Spalmatoio, a sud-est e Cala Maestra, a nord-ovest.
Sono presenti solo quattro alture: Poggio Capel Rosso (mt. 88), il punto più alto dell’isola, Poggio del cannone (mt. 68), Monte Mario (mt. 78) e Monte Adami (mt. 43).
In prossimità di Cala Maestra si trovano i resti di una bella villa romana del II secolo d.C., edificata dalla famiglia dei Domizi Enobarbi, antica famiglia senatoria di importanti commercianti della quale faceva parte Gneo Domizio, marito di Agrippina, madre dell'imperatore Nerone. Nonostante la rilevanza artistica e storica dei resti, la villa, fino a pochi anni fa in mano a privati, al Conte Gualtiero Adami (noto come il Garibaldino) poi messa all'asta e salvata da Regione e ministero dell'Ambiente che esercitarono il diritto di prelazione. Attualmente chiusa per restauro, nonostante il tempo e i vandali la stiano rovinando.
La villa fu costruita in posizione rialzata rispetto al porto romano di Cala Maestra.
L'isola è un'area naturale protetta. In particolare, è un sito di interesse regionale (SIR) interamente compreso nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, con una riserva marina su buona parte dello sviluppo costiero. L'area è sia un sito di importanza comunitaria (pSIC) che una zona protezione speciale (ZPS). A determinare la protezione dell'area sono state la presenza di forme endemiche, esclusive del sito oppure dell’Arcipelago Toscano, e di numerosi altri elementi d’interesse biogeografico, come, ad esempio, forme sardo-corse.
Lunga circa 3 chilometri e larga poco più di 500 metri, per una superficie di 2,6 km2, è a forma di C, la costa si presenta frastagliata e rocciosa, interrotta da suggestive calette e numerose grotte. Sull'isola sono presenti due approdi: Cala Spalmatoio, a sud-est e Cala Maestra, a nord-ovest.
Sono presenti solo quattro alture: Poggio Capel Rosso (mt. 88), il punto più alto dell’isola, Poggio del cannone (mt. 68), Monte Mario (mt. 78) e Monte Adami (mt. 43).
In prossimità di Cala Maestra si trovano i resti di una bella villa romana del II secolo d.C., edificata dalla famiglia dei Domizi Enobarbi, antica famiglia senatoria di importanti commercianti della quale faceva parte Gneo Domizio, marito di Agrippina, madre dell'imperatore Nerone. Nonostante la rilevanza artistica e storica dei resti, la villa, fino a pochi anni fa in mano a privati, al Conte Gualtiero Adami (noto come il Garibaldino) poi messa all'asta e salvata da Regione e ministero dell'Ambiente che esercitarono il diritto di prelazione. Attualmente chiusa per restauro, nonostante il tempo e i vandali la stiano rovinando.
La villa fu costruita in posizione rialzata rispetto al porto romano di Cala Maestra.
L'isola è un'area naturale protetta. In particolare, è un sito di interesse regionale (SIR) interamente compreso nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, con una riserva marina su buona parte dello sviluppo costiero. L'area è sia un sito di importanza comunitaria (pSIC) che una zona protezione speciale (ZPS). A determinare la protezione dell'area sono state la presenza di forme endemiche, esclusive del sito oppure dell’Arcipelago Toscano, e di numerosi altri elementi d’interesse biogeografico, come, ad esempio, forme sardo-corse.
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g
l'Isola del Giglio
L'Isola del Giglio fa parte dell'Arcipelago Toscano ed è sicuramente uno dei territori di maggiore interesse della Maremma; il suo abitato ha la particolarità di dividersi in tre diverse parti; Giglio Porto, Giglio Castello e Campese.
L'elemento che sicuramente desta maggiore interesse è il Castello, al suo interno infatti troviamo la Chiesa di San Pietro Apostolo, che fu realizzata nel corso del 1300 e custodisce importanti opere d'arte, come un Crocifisso, due dipinti rappresentanti la Deposizione dalla Croce e l'Incarnazione, una Madonna realizzata in alabastro e numerosi altro oggetti religiosi di pregevole fattura, l'intero abitato del Castello è ancora oggi circondato da poderose mura.
Appena fuori dal castello incontriamo l'incantevole frazione di Campese, che vede la presenza della Torre Medicea, il borgo è famoso nella storia perché sul suo territorio si svolse una dura resistenza agli attacchi dei tunisini.
L'isola fu sicuramente abitata in epoche antiche, dai romani e dagli etruschi e, come i paesi che sorgono sul Monte Argentario fu originariamente un possedimento della famiglia dei Domizi-Enobardi; il territorio fu poi controllato dall'Abbazia delle Tre Fontane, dagli Aldobrandeschi, dalla famiglia dei Pannocchieschi, dagli esponenti della famiglia Caetani e dai Conti Orsini; successivamente l'isola del Giglio passò sotto il controllo della Città di Pisa ed infine divenne un possedimento del Granducato di Toscana.
L'Isola fu per un determinato periodo sottoposta a continui attacchi da parte dell'impero Turco, ed è proprio in questo periodo che vengono costruite alcune delle torri che sorgono sul territorio.
Di particolare interesse sono inoltre le manifestazione che si svolgono nell'isola, ricordiamo la festa che viene organizzata a Giglio Castello per onorare il Santo Patrono San Mamiliano, durante questa manifestazione, che si svolge il 15 settembre, viene effettuata la tradizionale processione e il Palio degli Asini; a Gigli Porto invece, il 10 agosto si festeggia San Lorenzo, il Santo Protettore di questa località, con il Palio Marinaro, la Processione in mare e i fuochi d'artificio; il Giglio è inoltre famoso per la produzione del suo principale piatto tipico: il Panficato, che viene realizzato con fichi e noci.
l'Isola di Montecristo (Livorno)
L'Isola di Montecristo, anticamente chiamata Oglassa, Ωγλασσα in greco, è un'isola situata nel Mar Tirreno e facente parte dell'Arcipelago Toscano. Amministrativamente è inclusa nel comune di Portoferraio e quindi della provincia di Livorno. Costituisce una riserva naturale statale integrale e fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Montecristo si trova a sud dell'Isola d'Elba, a ovest dell'Isola del Giglio e del Monte Argentario, a sud-est dell'Isola di Pianosa e a est dell'affiorante Scoglio d'Affrica, noto anche come Formica di Montecristo.
L'isola è montuosa con diverse sporgenze rocciose a picco sul mare ed è costituita quasi esclusivamente da granito rosa. I pochi fabbricati abitati si trovano nella Cala Maestra e la loro costruzione risale in parte alla metà del XIX a cura di un inglese, G. Watson Taylor, e in parte all'epoca in cui costituiva una colonia agricola penale, succursale di quella di Pianosa. Il più importante è la villa denominata in seguito "reale" per essere stata anche di proprietà di Vittorio Emanuele III.Non è possibile pernottare e sono vietate la pesca, la balneazione e la navigazione entro mille metri dalla costa. Entro tre miglia è possibile transitare, ma non pescare.
Eventuali accessi via mare possono avvenire solo a Cala Maestra, con fondale sabbioso, arrivando perpendicolarmente alla costa; esiste tuttavia un piccolo eliporto per le emergenze. Non si può utilizzare l'ancora ma è possibile l'attracco al gavitello o al molo. Nei pressi della Cala sorge l'ottocentesca Villa Reale, con un interessante orto botanico e un piccolo museo di storia naturale.
Per arrivare sull'isola è necessario chiedere un permesso al Corpo Forestale di Follonica; il permesso può essere relativo all'accesso o alla visita. Nel primo caso si deve rimanere a Cala Maestra, e sarà possibile visitare solo la villa Reale, l'orto botanico e il museo. Il tempo di attesa per ottenere l'accesso è nell'ordine dei mesi.
Per quanto riguarda la visita sono ammessi solo 1000 visitatori l'anno ed il tempo medio di attesa per l'autorizzazione è di tre anni (viene data precedenza a spedizioni scientifiche, associazioni, scolaresche). Le visite guidate si svolgono solo entro i tre sentieri esistenti, tutti molto impegnativi.
Alla sommità dell'isola, sulla vetta del Monte della Fortezza (645 m s.l.m.), sorgono i ruderi della cinquecentesca Fortezza di Montecristo.
Vi sono anche i ruderi dell'antico Monastero di San Mamiliano e dell'Eremo di San Mamiliano con la sottostante Grotta di San Mamiliano.
Montecristo si trova a sud dell'Isola d'Elba, a ovest dell'Isola del Giglio e del Monte Argentario, a sud-est dell'Isola di Pianosa e a est dell'affiorante Scoglio d'Affrica, noto anche come Formica di Montecristo.
L'isola è montuosa con diverse sporgenze rocciose a picco sul mare ed è costituita quasi esclusivamente da granito rosa. I pochi fabbricati abitati si trovano nella Cala Maestra e la loro costruzione risale in parte alla metà del XIX a cura di un inglese, G. Watson Taylor, e in parte all'epoca in cui costituiva una colonia agricola penale, succursale di quella di Pianosa. Il più importante è la villa denominata in seguito "reale" per essere stata anche di proprietà di Vittorio Emanuele III.Non è possibile pernottare e sono vietate la pesca, la balneazione e la navigazione entro mille metri dalla costa. Entro tre miglia è possibile transitare, ma non pescare.
Eventuali accessi via mare possono avvenire solo a Cala Maestra, con fondale sabbioso, arrivando perpendicolarmente alla costa; esiste tuttavia un piccolo eliporto per le emergenze. Non si può utilizzare l'ancora ma è possibile l'attracco al gavitello o al molo. Nei pressi della Cala sorge l'ottocentesca Villa Reale, con un interessante orto botanico e un piccolo museo di storia naturale.
Per arrivare sull'isola è necessario chiedere un permesso al Corpo Forestale di Follonica; il permesso può essere relativo all'accesso o alla visita. Nel primo caso si deve rimanere a Cala Maestra, e sarà possibile visitare solo la villa Reale, l'orto botanico e il museo. Il tempo di attesa per ottenere l'accesso è nell'ordine dei mesi.
Per quanto riguarda la visita sono ammessi solo 1000 visitatori l'anno ed il tempo medio di attesa per l'autorizzazione è di tre anni (viene data precedenza a spedizioni scientifiche, associazioni, scolaresche). Le visite guidate si svolgono solo entro i tre sentieri esistenti, tutti molto impegnativi.
Alla sommità dell'isola, sulla vetta del Monte della Fortezza (645 m s.l.m.), sorgono i ruderi della cinquecentesca Fortezza di Montecristo.
Vi sono anche i ruderi dell'antico Monastero di San Mamiliano e dell'Eremo di San Mamiliano con la sottostante Grotta di San Mamiliano.
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il Litorale
Il litorale della Maremma grossetana presenta ampie falcature basse e sabbiose con tratti di vegetazione dunale e retrodunale che precedono la tipica pineta che introduce alla macchia mediterranea alta. Presso i promontori che interrompono i lunghi arenili sabbiosi si ritrova un tipo di costa più alta e frastagliata con prevalenza di scogli ed alcune piccole e suggestive calette sabbiose; la vegetazione risulta di macchia mediterranea bassa e gariga.
Tra le spiagge più suggestive si segnalano il lungo arenile di Marina di Alberese presso i Monti dell'Uccellina, le spiagge della Giannella e della Feniglia che occupano interamente i relativi tomboli che uniscono il promontorio dell'Argentario alla terra ferma, racchiudendo la Laguna di Orbetello.
Tra le calette più caratteristiche spicca su tutti Cala Violina, piccola spiaggia presso il promontorio delle Bandite di Scarlino caratterizzata da sabbia bianca finissima che emette dei particolari suoni con i passi, in assenza di altre fonti sonore.
Altrettanto suggestive sono le numerose calette del promontorio dell'Argentario e l'isolata Cala di Forno che si apre all'estremità settentrionale dei Monti dell'Uccellina ed è raggiungibile solo a piedi, grazie ad un itinerario nel Parco naturale della Maremma.
Da segnalare anche le Spiagge Ferrifere, caratterizzate da tratti di spiaggia grigio-scuri e neri, che si estendono all'estremità meridionale della Maremma grossetana. Il loro colore particolare è dovuto alla presenza di metalli ferrosi nel terreno ed è una caratteristica della costa tra il promontorio di Ansedonia e la foce del Chiarone; l'aspetto più accentuato è visibile presso Playa La Torba, ma è presente a tratti anche in altre località. In questo tratto litoraneo si ritrova anche il Lago di Burano, bacino lacustre costiero inserito in un'area rigorosamente protetta che si estende nella zona presso Marina di Capalbio.
il Lago di Burano
La Riserva del Lago di Burano, riconosciuta anche come Zona di Importanza Internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, è stata istituita nel 1980 ed è gestita dal Wwf. Si trova nel Comune di Capalbio ed occupa una superficie di 410 ettari compresi tra Ansedonia e il Chiarone, di cui 140 occupati dal lago. Partendo dal mare la vegetazione che caratterizza la spiaggia comprende gigli di mare, soldanelle di mare e santoline, cespugli di ginepro fenicio e coccolone. Il sottobosco è formato da lentisco, mirto, fillirea, erica e ginepro, mentre la foresta è composta da leccio, sughere, roverelle, aceri e rovere. La fauna è molto interessante ed abbonda soprattutto d’inverno quando si possono osservare oche selvatiche, gabbiani, beccapesci, tarabusi e aironi cenerini. Nel canneto della riserva vivono numerosi usignoli di fiume, cannareccioni, forapaglie castagnoli e migliarini di palude. Numerose anche le varie specie di anatre come le morette e i moriglioni. Tra i rapaci troviamo il falco di palude e il falco pescatore. La macchia è popolata da uccelli silvani come capinere e pettirossi, mentre un ospite tipico è la tortora dal collare. Sul mare sono sempre più frequenti incontri con specie nordiche come la sula. Nei prati si possono scorgere pavoncelle e pivieri dorati. Numerosi i daini. Nella macchia e tra le radure sabbiose della duna vivono l’istrice, il tasso, il coniglio selvatico, la puzzola e il riccio. Tra i rettili la testuggine terrestre e palustre, cervoni, vipere, biacchi, saettoni, lucertole e ramarri.
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il Promontorio di Monte Argentario
Collocato nel territorio della Maremma, nella parte sud-occidentale della regione Toscana, il Promontorio del Monte Argentario è un luogo di splendido fascino e di infinita bellezza, la località ideale nella quale decidere di trascorrere un soggiorno dedicato al divertimento, al relax ed alla scoperta di luoghi ed ambienti sicuramente unici e particolari nel loro genere.
Il promontorio ha visto la presenza stabile di popolazione già in epoca molto antica, i numerosi ritrovamenti effettuati sul territorio testimoniano infatti come l’area fosse stata colonizzata dall’Impero Romano e come in particolar modo, questa fosse gestita dalla potente famiglia di Senatori romani dei Domizi-Enobardi, conosciuti, per la loro ricchezza anche con il nome di Argentarii, e da qui probabilmente, il nome di Monte Argentario.
Oggi il Monte Argentario presenta caratteristiche sicuramente straordinarie nel loro insieme, spiagge bianche di sabbia sottile si affiancano a coste rocciose, le acque cristalline del Tirreno sono lo sfondo ideale per bagni rilassanti ed immersioni subacquee, e i borghi ed il territorio interno, sono il luogo migliore per gli appassionati della storia, dell’arte e della natura.
Sul promontorio dell’Argentario si trovano due incantevoli borghi marittimi, in questo senso parliamo di Porto Santo Stefano e di Porto Ercole, tra le altre costruzioni che sicuramente meriteranno una visita vogliamo poi citare il Convento dei Padri Passionisti e quello del Noviziato di San Giuseppe, senza dimenticare le fortificazioni erette per mano dello Stato dei Presidi, Forte Filippo, la Fortezza Spagnola e Forte Stella.
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la Laguna di Orbetello
La Laguna di Orbetello si estende per circa 27 km². La profondità media è di un metro circa, la massima non supera i 2 m.
È separata dal mare a ponente e a levante da due strisce di terra lunghe circa 6 km (i Tomboli sabbiosi della Giannella a NW e della Feniglia a SE) e ad ovest dal promontorio dell'Argentario. Una terza lingua istmica di terra si protende nel centro della laguna e su di essa sorge il centro urbano di Orbetello. Un ponte artificiale (la Diga Leopoldiana) collega Orbetello al Monte Argentario e divide la laguna in due parti, la Laguna di Ponente e la Laguna di Levante.
Comunica con il mare per mezzo di tre canali artificiali: il canale di Fibbia (o delle Saline) nei pressi della foce del fiume Albegna ed il canale di Nassa (in località Santa Liberata), entrambi sul Tombolo di Giannella ed il canale di Ansedonia sul tombolo di Feniglia. Un quarto canale, il canale del Pertuso, fu progettato e furono anche iniziate le opere di scavo, che però non furono mai portate a termine.
In passato l'economia di Orbetello era basata sullo sfruttamento della Laguna di Orbetello e sulla pesca. Attualmente questa attività, che un tempo era tramandata di padre in figlio nelle famiglie dei pescatori, è gestita da una società per azioni che impiega poco meno di cento dipendenti. Le acque della laguna sono ricche di pesce pregiato come spigole, orate, muggini e anguille. Un tempo venivano pescati anche gamberi e molluschi. Il pesce viene lavorato in loco o venduto in molti mercati d'Italia e anche all'estero. Pregiata è la produzione della bottarga di muggine e la preparazione delle anguille sfumate (anguille affumicate con aggiunta di spezie e peperoncino) che sono senza dubbio il piatto tipico della cucina locale.
A causa dello scarso apporto di acqua dal mare e dell'immissione di scarichi ricchi di nitrati e di sali di potassio, provenienti dalle colture agricole, che hanno determinato il proliferare delle alghe, ed il conseguente impoverimento di ossigeno, la Laguna di Orbetello è un ambiente ad alto rischio. Per consentire la sua protezione sono stati emanati numerosi provvedimenti di legge ed è stato costituito l'Istituto del Commissario della Laguna di Orbetello. Oggi parte della Laguna di Ponente è protetta nell'Oasi del WWF della Riserva naturale Laguna di Orbetello di Ponente e del bosco di Patanella. Sull'area insiste anche la Riserva naturale Laguna di Orbetello, in gestione alla Provincia di Grosseto e la zona di protezione speciale (ZPS) "Laguna di Orbetello"
È separata dal mare a ponente e a levante da due strisce di terra lunghe circa 6 km (i Tomboli sabbiosi della Giannella a NW e della Feniglia a SE) e ad ovest dal promontorio dell'Argentario. Una terza lingua istmica di terra si protende nel centro della laguna e su di essa sorge il centro urbano di Orbetello. Un ponte artificiale (la Diga Leopoldiana) collega Orbetello al Monte Argentario e divide la laguna in due parti, la Laguna di Ponente e la Laguna di Levante.
Comunica con il mare per mezzo di tre canali artificiali: il canale di Fibbia (o delle Saline) nei pressi della foce del fiume Albegna ed il canale di Nassa (in località Santa Liberata), entrambi sul Tombolo di Giannella ed il canale di Ansedonia sul tombolo di Feniglia. Un quarto canale, il canale del Pertuso, fu progettato e furono anche iniziate le opere di scavo, che però non furono mai portate a termine.
In passato l'economia di Orbetello era basata sullo sfruttamento della Laguna di Orbetello e sulla pesca. Attualmente questa attività, che un tempo era tramandata di padre in figlio nelle famiglie dei pescatori, è gestita da una società per azioni che impiega poco meno di cento dipendenti. Le acque della laguna sono ricche di pesce pregiato come spigole, orate, muggini e anguille. Un tempo venivano pescati anche gamberi e molluschi. Il pesce viene lavorato in loco o venduto in molti mercati d'Italia e anche all'estero. Pregiata è la produzione della bottarga di muggine e la preparazione delle anguille sfumate (anguille affumicate con aggiunta di spezie e peperoncino) che sono senza dubbio il piatto tipico della cucina locale.
A causa dello scarso apporto di acqua dal mare e dell'immissione di scarichi ricchi di nitrati e di sali di potassio, provenienti dalle colture agricole, che hanno determinato il proliferare delle alghe, ed il conseguente impoverimento di ossigeno, la Laguna di Orbetello è un ambiente ad alto rischio. Per consentire la sua protezione sono stati emanati numerosi provvedimenti di legge ed è stato costituito l'Istituto del Commissario della Laguna di Orbetello. Oggi parte della Laguna di Ponente è protetta nell'Oasi del WWF della Riserva naturale Laguna di Orbetello di Ponente e del bosco di Patanella. Sull'area insiste anche la Riserva naturale Laguna di Orbetello, in gestione alla Provincia di Grosseto e la zona di protezione speciale (ZPS) "Laguna di Orbetello"
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il Tombolo della Giannella
Il Tombolo della Giannella è una striscia di terra lunga circa 6 km e larga in media poco più di 300 metri, che va da Monte Argentario fino alla foce del fiume Albegna. È ubicato per tutta la sua estensione nel comune di Orbetello ed è bagnato a nord ovest dal Mar Tirreno e a sud est dalla Laguna di Orbetello di ponente.
La sua formazione si deve agli apporti detritici del fiume Albegna, tributario del Mar Tirreno. La spiaggia sabbiosa, che si estende per tutta la lunghezza del tombolo ed è riparata dai venti di scirocco, è meta del turismo estivo balneare. Le acque sono poco profonde.
Il tombolo è attraversato in senso longitudinale dalla S.S. n. 36 a cui si può accedere dalla Via Aurelia in prossimità di Albinia.
È convenzionalmente divisa nelle zone di Santa Liberata, in prossimità del Monte Argentario e dove si trova la frazione di Giannella, Lido di Giannella, nella parte centrale e Saline, in prossimità del fiume Albegna.
In località Saline si trova una delle fortificazioni spagnole dell'antico Stato dei Presidi, il Forte delle Saline e un altro edificio della stessa epoca, conosciuto come Casale Spagnolo. Nella stessa zona un tempo si trovavano le antiche saline, che hanno dato il nome al limitrofo centro di Albinia (dal latino albis = bianco).
È tagliata da due canali artificiali (canale di Fibbia e canale di Nassa) costruiti per garantire l'apporto di acqua marina alla Laguna di Orbetello
La sua formazione si deve agli apporti detritici del fiume Albegna, tributario del Mar Tirreno. La spiaggia sabbiosa, che si estende per tutta la lunghezza del tombolo ed è riparata dai venti di scirocco, è meta del turismo estivo balneare. Le acque sono poco profonde.
Il tombolo è attraversato in senso longitudinale dalla S.S. n. 36 a cui si può accedere dalla Via Aurelia in prossimità di Albinia.
È convenzionalmente divisa nelle zone di Santa Liberata, in prossimità del Monte Argentario e dove si trova la frazione di Giannella, Lido di Giannella, nella parte centrale e Saline, in prossimità del fiume Albegna.
In località Saline si trova una delle fortificazioni spagnole dell'antico Stato dei Presidi, il Forte delle Saline e un altro edificio della stessa epoca, conosciuto come Casale Spagnolo. Nella stessa zona un tempo si trovavano le antiche saline, che hanno dato il nome al limitrofo centro di Albinia (dal latino albis = bianco).
È tagliata da due canali artificiali (canale di Fibbia e canale di Nassa) costruiti per garantire l'apporto di acqua marina alla Laguna di Orbetello
il Tombolo della Feniglia
La Feniglia, situata nel comune di Orbetello, in provincia di Grosseto, è un tombolo ovvero una striscia di sabbia compresa tra la collina di Ansedonia ad oriente, ed il Monte Argentario a occidente. Essa si sviluppa per circa 6 km di lunghezza per una superficie totale di 474 ettari. Da OrbetelIl Tombolo della Giannella è una striscia di terra lunga circa 6 km e larga in media poco più di 300 metri, che va da Monte Argentario fino alla foce del fiume Albegna. È ubicato per tutta la sua estensione nel comune di Orbetello ed è bagnato a nord ovest dal Mar Tirreno e a sud est dalla Laguna di Orbetello di ponente.
La sua formazione si deve agli apporti detritici del fiume Albegna, tributario del Mar Tirreno. La spiaggia sabbiosa, che si estende per tutta la lunghezza del tombolo ed è riparata dai venti di scirocco, è meta del turismo estivo balneare. Le acque sono poco profonde.
Il tombolo è attraversato in senso longitudinale dalla S.S. n. 36 a cui si può accedere dalla Via Aurelia in prossimità di Albinia.
È convenzionalmente divisa nelle zone di Santa Liberata, in prossimità del Monte Argentario e dove si trova la frazione di Giannella, Lido di Giannella, nella parte centrale e Saline, in prossimità del fiume Albegna.
In località Saline si trova una delle fortificazioni spagnole dell'antico Stato dei Presidi, il Forte delle Saline e un altro edificio della stessa epoca, conosciuto come Casale Spagnolo. Nella stessa zona un tempo si trovavano le antiche saline, che hanno dato il nome al limitrofo centro di Albinia (dal latino albis = bianco).
È tagliata da due canali artificiali (canale di Fibbia e canale di Nassa) costruiti per garantire l'apporto di acqua marina alla Laguna di Orbetello
lo, la duna Feniglia è raggiungibile mediante la diga granducale, mentre da Ansedonia è accessibile percorrendo la strada statale Aurelia e poi imboccando la strada comunale che da questa deriva. La riserva è percorsa da una strada non asfaltata percorribile a piedi, in bicicletta (è chiusa al traffico urbano), costruita tra il 1928 ed il 1940; ulteriori strade la incrociano perpendicolarmente, a intervalli di circa 1 km, alcune hanno fondo naturale altre artificiale. L'utilizzo pratico di tale strade concorre a dividere la foresta in comparti, oltre ad essere utilizzate dai visitatori come uscite a mare sulla spiaggia omonima.
La sua formazione si deve agli apporti detritici del fiume Albegna, tributario del Mar Tirreno. La spiaggia sabbiosa, che si estende per tutta la lunghezza del tombolo ed è riparata dai venti di scirocco, è meta del turismo estivo balneare. Le acque sono poco profonde.
Il tombolo è attraversato in senso longitudinale dalla S.S. n. 36 a cui si può accedere dalla Via Aurelia in prossimità di Albinia.
È convenzionalmente divisa nelle zone di Santa Liberata, in prossimità del Monte Argentario e dove si trova la frazione di Giannella, Lido di Giannella, nella parte centrale e Saline, in prossimità del fiume Albegna.
In località Saline si trova una delle fortificazioni spagnole dell'antico Stato dei Presidi, il Forte delle Saline e un altro edificio della stessa epoca, conosciuto come Casale Spagnolo. Nella stessa zona un tempo si trovavano le antiche saline, che hanno dato il nome al limitrofo centro di Albinia (dal latino albis = bianco).
È tagliata da due canali artificiali (canale di Fibbia e canale di Nassa) costruiti per garantire l'apporto di acqua marina alla Laguna di Orbetello
lo, la duna Feniglia è raggiungibile mediante la diga granducale, mentre da Ansedonia è accessibile percorrendo la strada statale Aurelia e poi imboccando la strada comunale che da questa deriva. La riserva è percorsa da una strada non asfaltata percorribile a piedi, in bicicletta (è chiusa al traffico urbano), costruita tra il 1928 ed il 1940; ulteriori strade la incrociano perpendicolarmente, a intervalli di circa 1 km, alcune hanno fondo naturale altre artificiale. L'utilizzo pratico di tale strade concorre a dividere la foresta in comparti, oltre ad essere utilizzate dai visitatori come uscite a mare sulla spiaggia omonima.
il Litorale della Fertilia
Tratto di costa alta rocciosa compresa tra il confine comunale a nord e l’approdo turistico esistente ove si situa il centro
storico collinare di Talamone.
Tale porzione di territorio è costituita dalle pendici Sud del Promontorio dell’Uccellina, area ricadente nel Parco
Naturale della Maremma. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di una fitta vegetazione di pini e querce e di un
rigoglioso sottobosco. La macchia ha quasi totalmente cancellato antichi percorsi alberati.
Il centro abitato di Talamone è caratterizzato dall’approdo turistico , porto di rilevanza regionale e interregionale
con funzioni di peschereccia, turistica e da diporto.
Sotto il profilo geologico si rilevano i sedimenti dell’unità S classificati come depositi di spiaggia ed eolici del
Quaternario. Gli approfondimenti geologici e geomorfologici di dettaglio di supporto al P.S. non individuano sistemi
dunali specifici o in formazione. Si rilevano aree di costa bassa con spiaggia senza alcun sistema dunale fisso o mobile
di rilievo. Si segnala inoltre che l’area risulta parzialmente antropizzata con attività esistenti legate al tempo libero, aree
residenziali e edifici ed opere del consorzio di bonifica. La Carta geomorfologica classifica tale area come riva
antropizzata ad esclusione di un piccolo lembo in prossimità della Località Madonna delle Grazie.
storico collinare di Talamone.
Tale porzione di territorio è costituita dalle pendici Sud del Promontorio dell’Uccellina, area ricadente nel Parco
Naturale della Maremma. Il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di una fitta vegetazione di pini e querce e di un
rigoglioso sottobosco. La macchia ha quasi totalmente cancellato antichi percorsi alberati.
Il centro abitato di Talamone è caratterizzato dall’approdo turistico , porto di rilevanza regionale e interregionale
con funzioni di peschereccia, turistica e da diporto.
Sotto il profilo geologico si rilevano i sedimenti dell’unità S classificati come depositi di spiaggia ed eolici del
Quaternario. Gli approfondimenti geologici e geomorfologici di dettaglio di supporto al P.S. non individuano sistemi
dunali specifici o in formazione. Si rilevano aree di costa bassa con spiaggia senza alcun sistema dunale fisso o mobile
di rilievo. Si segnala inoltre che l’area risulta parzialmente antropizzata con attività esistenti legate al tempo libero, aree
residenziali e edifici ed opere del consorzio di bonifica. La Carta geomorfologica classifica tale area come riva
antropizzata ad esclusione di un piccolo lembo in prossimità della Località Madonna delle Grazie.
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Marina di Alberese
Marina di Alberese si estende per circa 8 chilometri nel Parco Regionale della Maremma, delimitata a nord dalla Bocca dell'Ombrone e a sud dagli scogli presso Cala di Forno. È una spiaggia di sabbia fine, circondata da un ambiente incontaminato di grande fascino e bellezza: davanti il mare è molto aperto, con vista verso il Monte Argentario e l'Isola del Giglio; alle spalle si estendono i Monti dell'Uccellina, con una fitta macchia mediterranea. Gli unici segni dell'uomo sono tre antiche torri. Dopo le sette sentenze assolutorie del Giudice di Pace di Grosseto il naturismo è molto praticato a Marina di Alberese. Il luogo è ideale allo scopo: l'ambiente molto selvaggio invita a spogliarsi, e nudi ci si sente parte integrante della Natura. La zona frequentata dai naturisti si trova a circa 2 chilometri a sud del parcheggio antistante la spiaggia (raggiungibile anche con servizio di navetta che lo collega ogni 30 minuti Alberese): una passeggiata di mezz’ora che possono affrontare anche i bambini piccoli, tanto più che il mare è assolutamente adatto a loro; la profondità dell'acqua non supera il mezzo metro per diverse decine di metri dalla riva.
Sulla spiaggia non ci sono ripari dal sole né attrezzature, e questa totale assenza di strutture balneari rende il luogo ancora più affascinante.
Sulla spiaggia non ci sono ripari dal sole né attrezzature, e questa totale assenza di strutture balneari rende il luogo ancora più affascinante.
la Pineta del Tombolo
La Pineta del Tombolo è una pineta litoranea della provincia di Grosseto che si estende da Castiglione della Pescaia al Padule della Trappola, interessando anche le località di Marina di Grosseto e Principina a Mare. Il tratto di pineta compreso tra Castiglione della Pescaia e Marina di Grosseto è classificato come sito di interesse comunitario.
La pineta si estende per circa 15 chilometri parallelamente alla linea di costa, parzialmente interrotta soltanto dalle foci della Fiumara e del Canale di San Rocco presso Marina di Grosseto. Il folto bosco si inoltra anche per alcune centinaia di metri verso l'immediato retroterra, raggiungendo i 2 chilometri presso la località di Principina a Mare.
La pineta si caratterizza per la presenza di pini marittimi e pini domestici, con i primi che risultano più presenti in prossimità del litorale ed i secondi verso il retroterra. Il folto sotobosco è formato da specie arbustive della macchia mediterranea con filliree (lillatro), lentischi (sontrio), mirti (mortella), rari lecci ed alcune querce da sughero (queste ultime nel tratto tra Castiglione della Pescaia e Marina di Grosseto).
L'originaria pineta, di estensione notevolmente minore rispetto a quella attuale, era caratterizzata quasi unicamente da pini marittimi e macchia mediterranea, ed interessava le aree più prossime al litorale. Nel corso del Settecento, a seguito delle opere di bonifica effettuate dai Lorena, si rese necessario impiantare un elevato numero di alberi anche verso il retroterra, per evitare che l'originaria palude si reimpossessasse delle terre che le erano state strappate con le opere di canalizzazione: fu decisa, così, l'introduzione dei pini domestici che risultano attualmente in proporzione nettamente prevalente rispetto a quelli endemici marittimi. La Pineta del Tombolo è attraversata dalla pista ciclabile Marina di Grosseto-Castiglione della Pescaia nel tratto settentrionale e dalla pista ciclabile Marina di Grosseto-Principina a Mare in quello meridionale.
La pineta si estende per circa 15 chilometri parallelamente alla linea di costa, parzialmente interrotta soltanto dalle foci della Fiumara e del Canale di San Rocco presso Marina di Grosseto. Il folto bosco si inoltra anche per alcune centinaia di metri verso l'immediato retroterra, raggiungendo i 2 chilometri presso la località di Principina a Mare.
La pineta si caratterizza per la presenza di pini marittimi e pini domestici, con i primi che risultano più presenti in prossimità del litorale ed i secondi verso il retroterra. Il folto sotobosco è formato da specie arbustive della macchia mediterranea con filliree (lillatro), lentischi (sontrio), mirti (mortella), rari lecci ed alcune querce da sughero (queste ultime nel tratto tra Castiglione della Pescaia e Marina di Grosseto).
L'originaria pineta, di estensione notevolmente minore rispetto a quella attuale, era caratterizzata quasi unicamente da pini marittimi e macchia mediterranea, ed interessava le aree più prossime al litorale. Nel corso del Settecento, a seguito delle opere di bonifica effettuate dai Lorena, si rese necessario impiantare un elevato numero di alberi anche verso il retroterra, per evitare che l'originaria palude si reimpossessasse delle terre che le erano state strappate con le opere di canalizzazione: fu decisa, così, l'introduzione dei pini domestici che risultano attualmente in proporzione nettamente prevalente rispetto a quelli endemici marittimi. La Pineta del Tombolo è attraversata dalla pista ciclabile Marina di Grosseto-Castiglione della Pescaia nel tratto settentrionale e dalla pista ciclabile Marina di Grosseto-Principina a Mare in quello meridionale.
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l'Oasi San Felice
Suggestivi panorami baciati dal sole mediterraneo, litorali lambiti dal mare e brulicanti di vita, prati fioriti e canneti mossi da una dolce brezza salmastra, quinte verdeggianti di pini marittimi, cieli tersi solcati dalle evoluzioni d’innumerevoli specie di uccelli nidificanti – ecco un patrimonio naturale che merita di essere consegnato intatto al futuro.
L’Oasi San Felice è l’ambizioso progetto di preservazione di un’area della Maremma di grande rilievo naturalistico, uno dei molteplici progetti del Gruppo Allianz gestiti in collaborazione con il WWF. L’Oasi è realizzata su un’area di proprietà di Allianz stessa, e affiliata al programma Oasi del WWF, cioè gestita in conformità alle direttive dell’ampio programma di conservazione della natura delle Oasi del WWF Italia.
Descrivere la natura di un’Oasi naturale è come voler descrivere il sapore, il profumo di un piatto prelibato: meglio assaggiarlo! L’ampiezza di ambienti e di habitat dell’Oasi, poi, aumenta la difficoltà, è come se si dovesse descrivere il piacere di un intero pasto da buongustaio. Qui abbiamo il litorale, con gli arenili e la prateria di duna; la pineta mediterranea con il lussureggiante sottobosco, di cespugli, fiori, di bacche, brulicanti di insetti e farfalle, nonché di piccoli animali; la macchia boschiva poi è il ricettacolo di specie animali più grandi, cinghiali, istrici, tassi, volpi, magari qualche capriolo; il cielo offre poi lo spettacolo stupefacente delle evoluzioni di miriadi di uccelli delle più varie specie, prevalentemente acquatiche, che qui vengono a nidificare lungo le rotte della migrazione e riempiono l’aria di un’infinità di linguaggi. Mare, cielo e terra formano un tutt’uno armonicamente integrato, spesso di una bellezza da togliere il fiato; qui tutte le stagioni conservano un loro fascino originale, nelle varietà di suoni, colori, sensazioni, che ci riportano lontano, alle radici stesse della natura umana: lontano e vicino a noi stessi.
L’Oasi San Felice è l’ambizioso progetto di preservazione di un’area della Maremma di grande rilievo naturalistico, uno dei molteplici progetti del Gruppo Allianz gestiti in collaborazione con il WWF. L’Oasi è realizzata su un’area di proprietà di Allianz stessa, e affiliata al programma Oasi del WWF, cioè gestita in conformità alle direttive dell’ampio programma di conservazione della natura delle Oasi del WWF Italia.
Descrivere la natura di un’Oasi naturale è come voler descrivere il sapore, il profumo di un piatto prelibato: meglio assaggiarlo! L’ampiezza di ambienti e di habitat dell’Oasi, poi, aumenta la difficoltà, è come se si dovesse descrivere il piacere di un intero pasto da buongustaio. Qui abbiamo il litorale, con gli arenili e la prateria di duna; la pineta mediterranea con il lussureggiante sottobosco, di cespugli, fiori, di bacche, brulicanti di insetti e farfalle, nonché di piccoli animali; la macchia boschiva poi è il ricettacolo di specie animali più grandi, cinghiali, istrici, tassi, volpi, magari qualche capriolo; il cielo offre poi lo spettacolo stupefacente delle evoluzioni di miriadi di uccelli delle più varie specie, prevalentemente acquatiche, che qui vengono a nidificare lungo le rotte della migrazione e riempiono l’aria di un’infinità di linguaggi. Mare, cielo e terra formano un tutt’uno armonicamente integrato, spesso di una bellezza da togliere il fiato; qui tutte le stagioni conservano un loro fascino originale, nelle varietà di suoni, colori, sensazioni, che ci riportano lontano, alle radici stesse della natura umana: lontano e vicino a noi stessi.
Punta Ala
Il promontorio costituito dalla Punta Hidalgo è conosciuto soprattutto per il porto, dove sono ormeggiate imbarcazioni da sogno. Sede velica per eccellenza (chi non ricorda le sfide in Coppa America di Luna Rossa, che qui ha la sua base operativa), il porto è stupendamente orientato, tanto da permettere il rientro anche con forti libeccio e scirocco, i più pericolosi venti locali. Punta Ala si presenta come un verde sperone roccioso, in parte edificato con villette private, per quanto spesso ben inserite nell'ambiente.I colli che la sovrastano sono coperti da una fitta macchia mediterranea; un paio di strade tagliafuoco ne alterano l'aspetto, ma sono un male necessario ed offrono la possibilità di salire a godersi il panorama.
La strada che porta alla punta è fiancheggiata da una bella sughereta, riconoscibile dal colore rosso che rimane sul tronco dopo che è stata ,tolta la vecchia corteccia. Vicino al porto il bosco diventa di pino marittimo con tratti a leccio. Poco lontano c'è Virsola, o Scoglio, dello Sparviero. Questa isola rocciosa ha un paio di calette dove gettare l'ancora e qualche roccia su cui arrampicarsi a prendere il, sole. Vi nidificano colonie di gabbiani, in un chiassoso andirivieni. Le calette, che la interrompono sono perciò quasi tutte accessibili via, mare, aq eccezione dl alcune, le più vicine alla punta, raggiungibilil tramite sentieri! aperti nella macchia. Con i loro fondali rocciosi, queste calette rappresentano un approdo scomodo, ma sono appetibili a pescatori e sub, con i saraghii e orate in abbondanza.
La strada che porta alla punta è fiancheggiata da una bella sughereta, riconoscibile dal colore rosso che rimane sul tronco dopo che è stata ,tolta la vecchia corteccia. Vicino al porto il bosco diventa di pino marittimo con tratti a leccio. Poco lontano c'è Virsola, o Scoglio, dello Sparviero. Questa isola rocciosa ha un paio di calette dove gettare l'ancora e qualche roccia su cui arrampicarsi a prendere il, sole. Vi nidificano colonie di gabbiani, in un chiassoso andirivieni. Le calette, che la interrompono sono perciò quasi tutte accessibili via, mare, aq eccezione dl alcune, le più vicine alla punta, raggiungibilil tramite sentieri! aperti nella macchia. Con i loro fondali rocciosi, queste calette rappresentano un approdo scomodo, ma sono appetibili a pescatori e sub, con i saraghii e orate in abbondanza.
il Golfo di Follonica
l Golfo di Follonica si estende a cavallo tra l'estremità meridionale della provincia di Livorno e la parte settentrionale della provincia di Grosseto, interessando tratti costieri dei comuni di Piombino, Follonica, Scarlino e Castiglione della Pescaia.
Il golfo è delimitato a nord-ovest da Punta della Rocchetta, appendice rocciosa del Promontorio di Piombino tra la città e il Porto di Piombino, mentre a sud-est è chiuso dal Promontorio di Punta Ala, dall'Isolotto dello Sparviero e dagli Scogli Porchetti che affiorano nel braccio di mare tra essi compreso.
Il tratto del golfo che interessa la provincia di Grosseto coincide inizialmente con l'intero litorale follonichese, che conferisce la denominazione al golfo, ove l'arenile tende a divenire di colore ambrato e a restringersi a causa del fenomeno dell'erosione costiera, che è stato molto attivo negli ultimi decenni.
A est dell'abitato di Follonica, la spiaggia è costeggiata nell'immediato retroterra dalla pineta di Scarlino, che si inoltra nel tratto costiero del comune di Scarlino fino alla località del Puntone, ove sorge la moderna infrastruttura turistica dell'omonimo porto. La pineta è interrotta parzialmente dal pontile che fa capo agli stabilimenti industriali presenti nella piana di Scarlino.
Oltre la località del Puntone si elevano le prime propaggini del promontorio delle Bandite di Scarlino, che da Portiglioni fino alla foce dell'Alma, danno origine ad un tratto costiero di tipo alto e roccioso, con alcune suggestive cale, tra le quali Cala di Terra Rossa, Cala Martina (rocciose), Cala Violina (sabbia bianca fine) e Cala Civetta (anch'essa sabbiosa). Punta Francese divide Cala Martina da Cala Violina, mentre Punta le Canne separa Cala Violina da Cala Civetta, chiusa a sud dall'omonimo poggio sul quale si eleva la Torre Civette.
A sud della foce del fiume Alma ha inizio il tratto costiero del comune di Castiglione della Pescaia, del quale il golfo bagna soltanto la parte settentrionale. Il litorale diviene nuovamente basso e sabbioso con colorazioni dorate per diversi chilometri, andando a costituire la spiaggia di Capanna Civinini, con pineta retrostante, che termina in prossimità del promontorio di Punta Ala.
Il golfo è delimitato a nord-ovest da Punta della Rocchetta, appendice rocciosa del Promontorio di Piombino tra la città e il Porto di Piombino, mentre a sud-est è chiuso dal Promontorio di Punta Ala, dall'Isolotto dello Sparviero e dagli Scogli Porchetti che affiorano nel braccio di mare tra essi compreso.
Il tratto del golfo che interessa la provincia di Grosseto coincide inizialmente con l'intero litorale follonichese, che conferisce la denominazione al golfo, ove l'arenile tende a divenire di colore ambrato e a restringersi a causa del fenomeno dell'erosione costiera, che è stato molto attivo negli ultimi decenni.
A est dell'abitato di Follonica, la spiaggia è costeggiata nell'immediato retroterra dalla pineta di Scarlino, che si inoltra nel tratto costiero del comune di Scarlino fino alla località del Puntone, ove sorge la moderna infrastruttura turistica dell'omonimo porto. La pineta è interrotta parzialmente dal pontile che fa capo agli stabilimenti industriali presenti nella piana di Scarlino.
Oltre la località del Puntone si elevano le prime propaggini del promontorio delle Bandite di Scarlino, che da Portiglioni fino alla foce dell'Alma, danno origine ad un tratto costiero di tipo alto e roccioso, con alcune suggestive cale, tra le quali Cala di Terra Rossa, Cala Martina (rocciose), Cala Violina (sabbia bianca fine) e Cala Civetta (anch'essa sabbiosa). Punta Francese divide Cala Martina da Cala Violina, mentre Punta le Canne separa Cala Violina da Cala Civetta, chiusa a sud dall'omonimo poggio sul quale si eleva la Torre Civette.
A sud della foce del fiume Alma ha inizio il tratto costiero del comune di Castiglione della Pescaia, del quale il golfo bagna soltanto la parte settentrionale. Il litorale diviene nuovamente basso e sabbioso con colorazioni dorate per diversi chilometri, andando a costituire la spiaggia di Capanna Civinini, con pineta retrostante, che termina in prossimità del promontorio di Punta Ala.
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il Porto dell'Isola del Giglio
Il porto dell'Isola del Giglio ubicato nella frazione di Giglio Porto è stato fondato in epoca romana, e per secoli ha costituito un importante nodo per tutto l'arcipelago Toscano; nel XVIII secolo è stato restaurato ed ampliato. All'interno del borgo è possibile visitare la granducale Torre del Saraceno e le rovine di una villa romana che col tempo è stata inglobata nel tessuto urbano di Giglio Porto.
Le compagnie di navigazione principali sono la "Toremar" e la "Maregiglio"che fanno spola da Porto S.Stefano al Giglio ed all'isola di Giannutri (frazione del comune di Isola del Giglio) ma nei pressi delle biglietterie fioriscono banchetti per noleggio ad ore di gommoni e barche a motore nonché di Taxi boat con visite di gruppo guidate.
L'abitato costituito da abitazioni di pescatori si sviluppa intorno al porto e sulle stradine adiacenti si trovano numerosi negozietti di artigianato locale e botteghe che propongono i saporiti prodotti tipici dell'Isola
Le compagnie di navigazione principali sono la "Toremar" e la "Maregiglio"che fanno spola da Porto S.Stefano al Giglio ed all'isola di Giannutri (frazione del comune di Isola del Giglio) ma nei pressi delle biglietterie fioriscono banchetti per noleggio ad ore di gommoni e barche a motore nonché di Taxi boat con visite di gruppo guidate.
L'abitato costituito da abitazioni di pescatori si sviluppa intorno al porto e sulle stradine adiacenti si trovano numerosi negozietti di artigianato locale e botteghe che propongono i saporiti prodotti tipici dell'Isola
il Porto Vecchio di Porto Santo Stefano
Il Porto Vecchio di Porto Santo Stefano è situato nella parte occidentale dell'Argentario.
Il porto è il più antico della località di Porto Santo Stefano, sebbene questa sia stata di secondo piano, nella storia, rispetto a Porto Ercole.
Soltanto tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, grazie ai governanti spagnoli dello Stato dei Presidi, la località iniziò ad assumere un ruolo strategico, venendo dotata di fortificazione. Proprio in epoca seicentesca fu costruito il porto, che era protetto alle spalle dalla Torre Antica, che si elevava nella Piazza dei Rioni ove vi è l'attuale sede comunale, e fu completamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
In epoche recenti, le nuove esigenze commerciali e industriali privilegiarono il più moderno e ampio Porto del Valle; da allora, il Porto Vecchio iniziò ad essere un approdo per i pescatori, fino a diventare un caratteristico ormeggio turistico durante il secolo scorso.
Il porto si apre a nord-ovest verso il mare, chiuso in una piccola baia naturale, in continuità con la scenografica Piazza dei Rioni, che costituisce il "salotto" della località di Porto Santo Stefano.
All'estremità occidentale, si diparte un molo frangiflutti, chiamato "Il Moletto", dotato di faro segnalatore
Il porto è il più antico della località di Porto Santo Stefano, sebbene questa sia stata di secondo piano, nella storia, rispetto a Porto Ercole.
Soltanto tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, grazie ai governanti spagnoli dello Stato dei Presidi, la località iniziò ad assumere un ruolo strategico, venendo dotata di fortificazione. Proprio in epoca seicentesca fu costruito il porto, che era protetto alle spalle dalla Torre Antica, che si elevava nella Piazza dei Rioni ove vi è l'attuale sede comunale, e fu completamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
In epoche recenti, le nuove esigenze commerciali e industriali privilegiarono il più moderno e ampio Porto del Valle; da allora, il Porto Vecchio iniziò ad essere un approdo per i pescatori, fino a diventare un caratteristico ormeggio turistico durante il secolo scorso.
Il porto si apre a nord-ovest verso il mare, chiuso in una piccola baia naturale, in continuità con la scenografica Piazza dei Rioni, che costituisce il "salotto" della località di Porto Santo Stefano.
All'estremità occidentale, si diparte un molo frangiflutti, chiamato "Il Moletto", dotato di faro segnalatore
il Porto del Valle di Porto Santo Stefano
Il Porto del Valle è il porto principale di Monte Argentario, situato nella località di Porto Santo Stefano.
Il porto si è sviluppato negli ultimi due secoli, grazie alla cantieristica navale e alla necessità di creare un approdo più grande per i collegamenti con le isole.
In precedenza, era usato dai governanti spagnoli dello Stato dei Presidi, che lo ritenevano più sicuro e protetto del più piccolo e vicino Porto Vecchio.
Situato nella parte moderna dell'abitato, l'approdo si apre a nord, a ovest è delimitato da un molo frangiflutti munito di faro, a sud e a est è circondato dal promontorio dove si sviluppa il nucleo storico di Porto Santo Stefano, dove spicca la Fortezza Spagnola; dalla riva orientale si diparte un secondo molo, più breve, anch'esso dotato di faro.
Il porto, segnalato da due fari, è situato sul Mar Tirreno ed è suddiviso in 3 settori ben distinti, quello industriale riservato ai cantieri navali, quello commerciale riservato ai traghetti per le isole del Giglio e di Giannutri e quello turistico riservato al diporto, con almeno 20 posti per i natanti in transito fino a 25 metri di lunghezza. I fondali hanno profondità non inferiori ai 10 metri.Una parte del porto e' adebito all'ormeggio della flotta pescherecci del paese.
Tra i servizi, vi sono i distributori di carburante, gli scali d'alaggio e punti di assistenza e riparazione per gli scafi.
Il porto si è sviluppato negli ultimi due secoli, grazie alla cantieristica navale e alla necessità di creare un approdo più grande per i collegamenti con le isole.
In precedenza, era usato dai governanti spagnoli dello Stato dei Presidi, che lo ritenevano più sicuro e protetto del più piccolo e vicino Porto Vecchio.
Situato nella parte moderna dell'abitato, l'approdo si apre a nord, a ovest è delimitato da un molo frangiflutti munito di faro, a sud e a est è circondato dal promontorio dove si sviluppa il nucleo storico di Porto Santo Stefano, dove spicca la Fortezza Spagnola; dalla riva orientale si diparte un secondo molo, più breve, anch'esso dotato di faro.
Il porto, segnalato da due fari, è situato sul Mar Tirreno ed è suddiviso in 3 settori ben distinti, quello industriale riservato ai cantieri navali, quello commerciale riservato ai traghetti per le isole del Giglio e di Giannutri e quello turistico riservato al diporto, con almeno 20 posti per i natanti in transito fino a 25 metri di lunghezza. I fondali hanno profondità non inferiori ai 10 metri.Una parte del porto e' adebito all'ormeggio della flotta pescherecci del paese.
Tra i servizi, vi sono i distributori di carburante, gli scali d'alaggio e punti di assistenza e riparazione per gli scafi.
il Porto Vecchio di Porto Ercole
Il Porto Vecchio di Porto Ercole è stato un approdo strategico fin dal Medioevo, prima per la famiglia Aldobrandeschi e poi per la Repubblica di Siena.
Dalla metà del Cinquecento in poi, con l'annessione di Porto Ercole allo Stato dei Presidi, i governanti spagnoli implementarono ulteriormente l'infrastruttura e fortificarono ulteriormente i punti di guardia situati sui promontori sovrastanti.
Il porto è compreso tra Punta dello Scoglione e il Molo di Santa Barbara, nel cuore della parte moderna di Porto Ercole. Si affaccia a est verso il mare, a nord è dominato da una coppia di promontori sulle cui sommità spiccano le fortificazioni di guardia del Forte Filippo e del Forte Santa Caterina, mentre a sud sulla cima di un altro promontorio spicca la mole della Rocca aldobrandesca, a protezione sia del porto che dell'intero abitato.
L'approdo, segnalato dal faro, è costituito da 3 moli, il Molo Sanità, il Molo e il Moletto delle Grotte, collegati a loro volta tra loro da una banchina dalla quale si distaccano numerosi pontili. Per i diportisti sono disponibili almeno 7 pontili. I fondali variano da 1 a 3 metri in banchina e da 1,5 a 7 metri nel bacino.
Dalla metà del Cinquecento in poi, con l'annessione di Porto Ercole allo Stato dei Presidi, i governanti spagnoli implementarono ulteriormente l'infrastruttura e fortificarono ulteriormente i punti di guardia situati sui promontori sovrastanti.
Il porto è compreso tra Punta dello Scoglione e il Molo di Santa Barbara, nel cuore della parte moderna di Porto Ercole. Si affaccia a est verso il mare, a nord è dominato da una coppia di promontori sulle cui sommità spiccano le fortificazioni di guardia del Forte Filippo e del Forte Santa Caterina, mentre a sud sulla cima di un altro promontorio spicca la mole della Rocca aldobrandesca, a protezione sia del porto che dell'intero abitato.
L'approdo, segnalato dal faro, è costituito da 3 moli, il Molo Sanità, il Molo e il Moletto delle Grotte, collegati a loro volta tra loro da una banchina dalla quale si distaccano numerosi pontili. Per i diportisti sono disponibili almeno 7 pontili. I fondali variano da 1 a 3 metri in banchina e da 1,5 a 7 metri nel bacino.
il Porto di Santa Liberata
Il Porto di Santa Liberata è un porto turistico situato all'estremità nord-occidentale del Monte Argentario.
Il porto di Santa Liberata, si trova lungo il canale che collega la Laguna di Orbetello di ponente al mare, presso la sponda settentrionale del promontorio dell'Argentario.
L'approdo è riservato solo a piccole e basse imbarcazioni, a causa dei fondali bassi (mediamente 1,5 metri), della larghezza non superiore a 10 metri e di numerosi scogli affioranti che possono ridurre ulteriormente la profondità in alcuni punti. In totale, si contano circa 600 posti per barche di lunghezza massima non superiore agli 8 metri.
Tra i servizi offerti, vi è il travel lift, la gru mobile e l'assistenza agli scafi con possibilità di riparazioni.
Il porto di Santa Liberata, si trova lungo il canale che collega la Laguna di Orbetello di ponente al mare, presso la sponda settentrionale del promontorio dell'Argentario.
L'approdo è riservato solo a piccole e basse imbarcazioni, a causa dei fondali bassi (mediamente 1,5 metri), della larghezza non superiore a 10 metri e di numerosi scogli affioranti che possono ridurre ulteriormente la profondità in alcuni punti. In totale, si contano circa 600 posti per barche di lunghezza massima non superiore agli 8 metri.
Tra i servizi offerti, vi è il travel lift, la gru mobile e l'assistenza agli scafi con possibilità di riparazioni.
il Porto di Cala Galera
Il Porto turistico di Cala Galera è situato nell' insenatura orientale del Monte Argentario, a circa 3 km a nord-est di Porto Ercole.
Il porto, denominato "Marina di Cala Galera", è situato sul Mar Tirreno fu costruito nel corso degli anni '70 ed è progressivamente divenuto uno dei più grandi e attrezzati approdi turistici dell'intero litorale toscano.
Si contano quasi 800 posti barca totali, di cui almeno 80 riservati ai natanti in transito di lunghezza fino ai 50 metri; i fondali sono compresi, sia in banchina che nell'intero bacino, tra i 3,5 e i 6,5 metri. Tra gli operatori vi sono anche alcune agenzie di charter e broker.
Vastissima è la gamma dei servizi disponibili, tra i quali sono da segnalare i distributori di carburante, lo salo d'alaggio, le gru mobili, il travel lift e le officine per assistenza su tutte le imbarcazioni, comprese le riparazioni di vele e motori. Presso il porto vi è anche il servizio meteo, il punto di rifornimento alimentare e l'allacciamento per acqua, energia elettrica e telefono.
Il porto, denominato "Marina di Cala Galera", è situato sul Mar Tirreno fu costruito nel corso degli anni '70 ed è progressivamente divenuto uno dei più grandi e attrezzati approdi turistici dell'intero litorale toscano.
Si contano quasi 800 posti barca totali, di cui almeno 80 riservati ai natanti in transito di lunghezza fino ai 50 metri; i fondali sono compresi, sia in banchina che nell'intero bacino, tra i 3,5 e i 6,5 metri. Tra gli operatori vi sono anche alcune agenzie di charter e broker.
Vastissima è la gamma dei servizi disponibili, tra i quali sono da segnalare i distributori di carburante, lo salo d'alaggio, le gru mobili, il travel lift e le officine per assistenza su tutte le imbarcazioni, comprese le riparazioni di vele e motori. Presso il porto vi è anche il servizio meteo, il punto di rifornimento alimentare e l'allacciamento per acqua, energia elettrica e telefono.
il Porto di Talamone
Il Porto di Talamone è il porto dell'omonima località balneare del comune di Orbetello.
Il porto di Talamone fu un importante scalo per gli Etruschi, essendo lo sbocco naturale al mare per le vicine necropoli situate nell'entroterra dei territori comunali di Orbetello e Magliano in Toscana. Anche in epoca romana, l'approdo rivestiva un ruolo strategico per i numerosi insediamenti sparsi presenti nelle vicinanze.
Durante il Medioevo il porto venne fortificato per poterlo proteggere da eventuali incursioni.
Tuttavia, l'evento storico che ha reso celebre il Porto di Talamone è stato sicuramente lo sbarco di Giuseppe Garibaldi (6 marzo 1860), che attendeva l'arrivo di numerosi volontari per il successivo imbarco per la Spedizione dei Mille (8 marzo 1860).
Nel corso del Novecento il porto conobbe periodi di decadenza durante i conflitti mondiali, ma dal Dopoguerra in poi le opere di riqualificazione e ampliamento lo hanno fatto diventare un moderno e attrezzato approdo turistico.
Il porto di Talamone sorge all'estremità occidentale dell'omonimo golfo, in prossimità sia dell'abitato moderno che del promontorio sul quale sorge l'antico centro storico.
L'estremità meridionale del porto è chiusa da un molo frangiflutti dotato di faro segnalatore; un altro faro si trova in prossimità dell'area portuale, a segnalare la protuberanza meridionale del promontorio di Talamone.
Il porto, segnalato da un efficiente sistema di fari, è costituito da una serie di ormeggi situati lungo una serie di moli e banchine. Vi sono almeno 40 posti barca per natanti in transito ed un'agenzia che organizza con le proprie imbarcazioni pesca-turismo in minicrociera. I fondali variano da una profondità di 2 metri presso le banchine, ad una di 5 metri nel bacino.
Tra i servizi presenti nell'area portuale vi sono i distributori di carburante, lo scalo d'alaggio, il travel lift, lo scivolo e l'assistenza agli scafi.
L'ingresso e l'uscita possono risultare difficoltosi in caso di forti venti del secondo e terzo quadrante (scirocco, ostro, libeccio).
Il porto di Talamone fu un importante scalo per gli Etruschi, essendo lo sbocco naturale al mare per le vicine necropoli situate nell'entroterra dei territori comunali di Orbetello e Magliano in Toscana. Anche in epoca romana, l'approdo rivestiva un ruolo strategico per i numerosi insediamenti sparsi presenti nelle vicinanze.
Durante il Medioevo il porto venne fortificato per poterlo proteggere da eventuali incursioni.
Tuttavia, l'evento storico che ha reso celebre il Porto di Talamone è stato sicuramente lo sbarco di Giuseppe Garibaldi (6 marzo 1860), che attendeva l'arrivo di numerosi volontari per il successivo imbarco per la Spedizione dei Mille (8 marzo 1860).
Nel corso del Novecento il porto conobbe periodi di decadenza durante i conflitti mondiali, ma dal Dopoguerra in poi le opere di riqualificazione e ampliamento lo hanno fatto diventare un moderno e attrezzato approdo turistico.
Il porto di Talamone sorge all'estremità occidentale dell'omonimo golfo, in prossimità sia dell'abitato moderno che del promontorio sul quale sorge l'antico centro storico.
L'estremità meridionale del porto è chiusa da un molo frangiflutti dotato di faro segnalatore; un altro faro si trova in prossimità dell'area portuale, a segnalare la protuberanza meridionale del promontorio di Talamone.
Il porto, segnalato da un efficiente sistema di fari, è costituito da una serie di ormeggi situati lungo una serie di moli e banchine. Vi sono almeno 40 posti barca per natanti in transito ed un'agenzia che organizza con le proprie imbarcazioni pesca-turismo in minicrociera. I fondali variano da una profondità di 2 metri presso le banchine, ad una di 5 metri nel bacino.
Tra i servizi presenti nell'area portuale vi sono i distributori di carburante, lo scalo d'alaggio, il travel lift, lo scivolo e l'assistenza agli scafi.
L'ingresso e l'uscita possono risultare difficoltosi in caso di forti venti del secondo e terzo quadrante (scirocco, ostro, libeccio).
il Porto di Marina di Grosseto
Il Porto turistico di Marina di Grosseto denominato "Marina di San Rocco"
è situato nella località balneare del comune di Grosseto.
Il moderno approdo turistico,ospita circa 600 natanti ed è dotato di negozi, ristorante, distributore di benzina, servizio alaggio natanti, servizio Bancomat, colonnine automatiche per il servizio dei natanti all'ormeggio dotate di acqua potabile e non potabile, corrente elettrica, Tv sat, e rete a banda larga per connessione internet. Si trova alla foce del canale San Rocco ed è stato inaugurato nel 2004 dopo alcuni anni di lavori di ampliamento e ammodernamento di un preesistente porto-canale di pescatori.
Il preesistente porto di pescatori si sviluppò attorno alla metà del secolo scorso, contemporaneamente allo sviluppo del loro villaggio sulla sponda sinistra del canale, che per molti anni è stato denominato Shangai.
All'interno del porto, vi sono due aree distinte per l'ormeggio di natanti. Alle barche di dimensioni minori sono riservati i posti presso le due banchine corrispondenti all'ultimo tratto delle sponde del canale, mentre i natanti di dimensioni maggiori hanno l'ormeggio nell'area del porto situata nel primo tratto di mare che presenta un fondale molto più profondo.
Una coppia di fari segnala l'infrastruttura nelle ore notturne alle barche in uscita ed entrata e a quelle in transito in mare.
è situato nella località balneare del comune di Grosseto.
Il moderno approdo turistico,ospita circa 600 natanti ed è dotato di negozi, ristorante, distributore di benzina, servizio alaggio natanti, servizio Bancomat, colonnine automatiche per il servizio dei natanti all'ormeggio dotate di acqua potabile e non potabile, corrente elettrica, Tv sat, e rete a banda larga per connessione internet. Si trova alla foce del canale San Rocco ed è stato inaugurato nel 2004 dopo alcuni anni di lavori di ampliamento e ammodernamento di un preesistente porto-canale di pescatori.
Il preesistente porto di pescatori si sviluppò attorno alla metà del secolo scorso, contemporaneamente allo sviluppo del loro villaggio sulla sponda sinistra del canale, che per molti anni è stato denominato Shangai.
All'interno del porto, vi sono due aree distinte per l'ormeggio di natanti. Alle barche di dimensioni minori sono riservati i posti presso le due banchine corrispondenti all'ultimo tratto delle sponde del canale, mentre i natanti di dimensioni maggiori hanno l'ormeggio nell'area del porto situata nel primo tratto di mare che presenta un fondale molto più profondo.
Una coppia di fari segnala l'infrastruttura nelle ore notturne alle barche in uscita ed entrata e a quelle in transito in mare.
il Porto di Castiglione della Pescaia
Il Porto di Castiglione della Pescaia si trova alla foce del fiume Bruna.
I ritrovamenti di resti di epoca romana presso la riva destra del fiume Bruna, in prossimità del porto-canale presso la foce, fanno ipotizzare l'esistenza di un approdo fin da quel periodo storico, anche se non sono emersi elementi diretti che lo testimonino.
In epoca medievale, il porto era un'infrastruttura strategica per il litorale maremmano, tanto da essere "protetto" dall'imponente complesso fortificato del Castello, che sorge sulla vetta del promontorio sovrastante.
Durante il secolo scorso, il porto è divenuto uno dei principali della zona, sia come approdo turistico che per le attività di pesca, tanto richiedere progetti per un suo eventuale ampliamento e ammodernamento negli anni futuri.
Il fondale, di medio-bassa profondità, rende adatto il porto turistico ad imbarcazioni di dimensioni inferiori ai 15 metri; durante il periodo primaverile ed estivo sono attivi servizi di minicrociere per le isole dell'Arcipelago Toscano. L'accesso al porto risulta essere molto difficoltoso o addirittura impossibile con forti venti dai quadranti meridionali.
Presso il porto, ha sede il locale Ufficio Marittimo.
I ritrovamenti di resti di epoca romana presso la riva destra del fiume Bruna, in prossimità del porto-canale presso la foce, fanno ipotizzare l'esistenza di un approdo fin da quel periodo storico, anche se non sono emersi elementi diretti che lo testimonino.
In epoca medievale, il porto era un'infrastruttura strategica per il litorale maremmano, tanto da essere "protetto" dall'imponente complesso fortificato del Castello, che sorge sulla vetta del promontorio sovrastante.
Durante il secolo scorso, il porto è divenuto uno dei principali della zona, sia come approdo turistico che per le attività di pesca, tanto richiedere progetti per un suo eventuale ampliamento e ammodernamento negli anni futuri.
Il fondale, di medio-bassa profondità, rende adatto il porto turistico ad imbarcazioni di dimensioni inferiori ai 15 metri; durante il periodo primaverile ed estivo sono attivi servizi di minicrociere per le isole dell'Arcipelago Toscano. L'accesso al porto risulta essere molto difficoltoso o addirittura impossibile con forti venti dai quadranti meridionali.
Presso il porto, ha sede il locale Ufficio Marittimo.
il Porto di Punta Ala
Il Porto turistico di Punta Ala si trova a nord della località balneare del comune di Castiglione della Pescaia . Il porto e la località di Punta Ala sono molto noti negli ambienti velici per essere stati la culla di Luna Rossa, l'imbarcazione italiana protagonista nelle regate di Coppa America dal 1999-2000.
L'infrastruttura è un moderno porto diviso in tre sezioni distinte da due moli, il molo nord e quello sud, con una banchina segnalata da due fari che lo separa dal mare aperto. I fondali hanno una profondità di oltre 5 metri all'ingresso e mai inferiore ai 2 metri nei bacini interni; in porto sono inoltre assicurati numerosi servizi per le imbarcazioni.
L'infrastruttura è un moderno porto diviso in tre sezioni distinte da due moli, il molo nord e quello sud, con una banchina segnalata da due fari che lo separa dal mare aperto. I fondali hanno una profondità di oltre 5 metri all'ingresso e mai inferiore ai 2 metri nei bacini interni; in porto sono inoltre assicurati numerosi servizi per le imbarcazioni.
il Porto di Marina di Scarlino
Il porto turistico di Marina di Scarlino si trova in localita' Puntone frazione di Scarlino è stato ampliato dopo lavori di ammodernamento durati alcuni anni. Presenta fondali medio-bassi e risulta pertanto adatto ad imbarcazioni di dimensioni inferiori ai 15 metri; alcuni posti barca sono riservati ai natanti in transito. Grazie alla recente ristrutturazioni, sono disponibili numerosi servizi di assistenza.
le Spiagge della Maremma
Partendo dalla costa sud della Maremma risaliamo verso nord e visitiamo una per una le principali località balneari e le spiagge della Maremma. Incontriamo subito la spiaggia di Capalbio, situata ad una manciata di km dal paese, è un lungo arenile a ridosso di dune selvagge, molto frequentato da personaggi noti dello spettacolo e della politica italiana. Successivamente incontriamo il piccolo promontorio di Ansedonia e la sua spiaggia di sabbia fine. Qui troverete alcuni stabilimenti balneari con bar e ristorante sul mare ma la maggior parte della spiaggia è libera. Altra particolarità di questa spiaggia è la presenza sull’estremità nord della Tagliata etrusca (canale aperto nella roccia per evitare l’insabbiamento dell’antico porto di Cosa), lo Spacco della Regina (fenditura nel terreno che forma una grotta con accesso dalla spiaggia, usata anticamente per riti religiosi), ed infine la Torre della Tagliata (torre spagnola che fu dimora anche di Giacomo Puccini).
Al largo di Ansedonia troviamo la piccola Isola di Giannutri, parco marino, e famosa per i suoi fondali di rara bellezza, vero paradiso per i sub e gli amanti dello snorkeling. Poco più a nord c'è l'Isola del Giglio con le sue bellezze naturali e gli scogli levigati, le spiagge più grandi sono le Cannelle ed il Campese, vi invitiamo a visitare la pagina spiagge dell'Isola del Giglio dove troverete informazioni dettagliate di tutte le spiagge. Torniamo a questo punto sulla costa, dove ci attende la mole imponente dell'Argentario, splendido promontorio che ospita i borghi di Porto Ercole e Porto Santo Stefano. Noleggiando un gommone o una barca, potrete circumnavigare il promontorio e restare sbalorditi dalle tante calette (una più bella dell'altra) che incontrerete. Vista la particolare conformazione e la bellezza della costa argentarina, sarebbe riduttivo riassumere tutto in poche righe, abbiamo quindi realizzato una pagina specifica che vi invitiamo a visitare: il Mare dell'Argentario.
Sul promontorio dell'Argentario si affaccia Orbetello con la sua laguna e le spiagge della Giannella e della Feniglia, due spiagge sabbiose con stabilimenti balneari ma anche lunghi tratti di spiaggia libera. La Feniglia inoltre ha la particolarità di trovarsi davanti ad una riserva naturale, splendida pineta litoranea, interamente percorribile a piedi o in bicicletta e dove non sono rari gli incontri con i daini.
Riprendendo il cammino in direzione nord, giungiamo a Talamone, la spiaggia che trovate sulla sinistra prima di arrivare in paese è spesso battuta dal vento, il che la rende molto adatta agli sport velici (kite-surf, wind-surf). Molto pittoresca la caletta sotto la rocca denominata bagno delle donne, circondata da una vegetazione selvatica, ha una spiaggia formata da ghiaia e da una scogliera, il fondale è decisamente interessante, il tramonto offre uno spettacolo unico.
Superato Talamone ci troviamo sulla costa del parco della Maremma, questo tratto costiero denominato Marina di Alberese è accessibile solo via terra attraversando il parco (anche in bicicletta) . È un luogo incantevole ed incontaminato: alle spalle avrete una fitta macchia mediterranea, di fronte il mare che si perde dietro le isole del Giglio e Montecristo, le uniche tracce dell'uomo sono rappresentate dalle torri, antiche sentinelle, che tutt'oggi svettano sui monti dell'Uccellina. La spiaggia, formata da sabbia fine, è caratterizzata dalla presenza di grossi tronchi sbiancati dal sole e dal mare che rendono ancora più selvaggio l'ambiente. La parte di spiaggia più a sud (circa 2 km dopo aver raggiunto la battigia) è freqentata anche da naturisti.
Salendo ancora in direzione nord arriviamo a Marina di Grosseto, davanti al paese parte una lunghissima ed ampia spiaggia (in media larga 50 metri) con molti stabilimenti balneari e spiaggia libera che arriva ininterrotamente fino a Castiglione della Pescaia. La spiaggia è costeggiata da una lussureggiante pineta, è molto ben attrezzata e gli sport acquatici praticabili sono vela, kite-surf e windsurf. Il fondale è digradante verso il mare in modo molto dolce, e consente quindi bagni in totale tranquillità anche ai bambini più piccoli.
Il tratto più bello è probabilmente quello della spiaggia delle Marze.
A Castiglione della Pescaia la spiaggia è situata proprio davanti il paese, si tratta di una spiaggia sabbiosa (libera ed attrezzata) con basso fondale, parte dai piedi del castello aragonese e prosegue ininterrottamente fino alla baia delle Rocchette protetta da un piccolo promontorio sormontato dal castello. Quest’ultimo tratto è conosciuto come spiaggia delle Rocchette e troverete anche un bel fondale dove fare snorkeling.
Superato Castiglione arriviamo a Punta Ala, il suo litorale è composto da una spiaggia sabbiosa lunga alcuni chilometri, non troppo larga, e interamente ridossata dalla pineta.
Al largo di Ansedonia troviamo la piccola Isola di Giannutri, parco marino, e famosa per i suoi fondali di rara bellezza, vero paradiso per i sub e gli amanti dello snorkeling. Poco più a nord c'è l'Isola del Giglio con le sue bellezze naturali e gli scogli levigati, le spiagge più grandi sono le Cannelle ed il Campese, vi invitiamo a visitare la pagina spiagge dell'Isola del Giglio dove troverete informazioni dettagliate di tutte le spiagge. Torniamo a questo punto sulla costa, dove ci attende la mole imponente dell'Argentario, splendido promontorio che ospita i borghi di Porto Ercole e Porto Santo Stefano. Noleggiando un gommone o una barca, potrete circumnavigare il promontorio e restare sbalorditi dalle tante calette (una più bella dell'altra) che incontrerete. Vista la particolare conformazione e la bellezza della costa argentarina, sarebbe riduttivo riassumere tutto in poche righe, abbiamo quindi realizzato una pagina specifica che vi invitiamo a visitare: il Mare dell'Argentario.
Sul promontorio dell'Argentario si affaccia Orbetello con la sua laguna e le spiagge della Giannella e della Feniglia, due spiagge sabbiose con stabilimenti balneari ma anche lunghi tratti di spiaggia libera. La Feniglia inoltre ha la particolarità di trovarsi davanti ad una riserva naturale, splendida pineta litoranea, interamente percorribile a piedi o in bicicletta e dove non sono rari gli incontri con i daini.
Riprendendo il cammino in direzione nord, giungiamo a Talamone, la spiaggia che trovate sulla sinistra prima di arrivare in paese è spesso battuta dal vento, il che la rende molto adatta agli sport velici (kite-surf, wind-surf). Molto pittoresca la caletta sotto la rocca denominata bagno delle donne, circondata da una vegetazione selvatica, ha una spiaggia formata da ghiaia e da una scogliera, il fondale è decisamente interessante, il tramonto offre uno spettacolo unico.
Superato Talamone ci troviamo sulla costa del parco della Maremma, questo tratto costiero denominato Marina di Alberese è accessibile solo via terra attraversando il parco (anche in bicicletta) . È un luogo incantevole ed incontaminato: alle spalle avrete una fitta macchia mediterranea, di fronte il mare che si perde dietro le isole del Giglio e Montecristo, le uniche tracce dell'uomo sono rappresentate dalle torri, antiche sentinelle, che tutt'oggi svettano sui monti dell'Uccellina. La spiaggia, formata da sabbia fine, è caratterizzata dalla presenza di grossi tronchi sbiancati dal sole e dal mare che rendono ancora più selvaggio l'ambiente. La parte di spiaggia più a sud (circa 2 km dopo aver raggiunto la battigia) è freqentata anche da naturisti.
Salendo ancora in direzione nord arriviamo a Marina di Grosseto, davanti al paese parte una lunghissima ed ampia spiaggia (in media larga 50 metri) con molti stabilimenti balneari e spiaggia libera che arriva ininterrotamente fino a Castiglione della Pescaia. La spiaggia è costeggiata da una lussureggiante pineta, è molto ben attrezzata e gli sport acquatici praticabili sono vela, kite-surf e windsurf. Il fondale è digradante verso il mare in modo molto dolce, e consente quindi bagni in totale tranquillità anche ai bambini più piccoli.
Il tratto più bello è probabilmente quello della spiaggia delle Marze.
A Castiglione della Pescaia la spiaggia è situata proprio davanti il paese, si tratta di una spiaggia sabbiosa (libera ed attrezzata) con basso fondale, parte dai piedi del castello aragonese e prosegue ininterrottamente fino alla baia delle Rocchette protetta da un piccolo promontorio sormontato dal castello. Quest’ultimo tratto è conosciuto come spiaggia delle Rocchette e troverete anche un bel fondale dove fare snorkeling.
Superato Castiglione arriviamo a Punta Ala, il suo litorale è composto da una spiaggia sabbiosa lunga alcuni chilometri, non troppo larga, e interamente ridossata dalla pineta.
Proseguendo arriviamo al Golfo di Follonica, quì troviamo due della spiagge più belle della Maremma: Cala Violina e Cala Martina. La spiaggia bianca di Cala Violina è composta da piccolissimi granelli di quarzo. Il nome singolare deriva dal suono che emette la sabbia quando ci si cammina sopra, che ricorda appunto quello del violino. Le sue acque sono limpidissime ed il panorama è completato dalla fitta e suggestiva macchia mediterranea posta alle sue spalle. Cala Violina si può raggiungere a piedi, in bicicletta o a cavallo, il percorso non è brevissimo (2 o 4 km a seconda del sentiero scelto) ma decisamente affascinante, nel periodo estivo è attivo un servizio navetta. Cala Martina è situata poco prima di Cala Violina, la sua conformazione è simile alla precedente, il sentiero per raggiungerla è lo stesso ma ovviamente più corto.